"Ad un soffio dal vero"

But if the while I think on thee, dear friend,
All losses are restor'd, and sorrows end
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William Shakespeare, Sonnets, XXX

Fu durante una delle nostre prime passeggiate salendo verso la cattedrale di S. Ciriaco, in uno dei tardi pomeriggi dell'autunno 1977, che Franco Scataglini mi recito', a memoria, alcuni frammenti dei versi che appartenevano all'invisibile libretto stampato nel 1950 e che, per molti anni ancora, sarebbe rimasto legato all'inscindibile binomio che qualificava un'altrettanto invisibile ed ignota tipografia A.T.A. che le bibliografie tutte, fin qui, registrano e che solo il reperimento post mortem del quadernetto affidera' definitivamente allo Stabilimento Tipografico S.E.V.A.

C'e' la tenera dolcezza muta di una malinconia struggente che accompagna lo sguardo dell'unica copia reperita a sua insaputa, l'ingenua ed elementare grafica cifrata nella piccola copertina della plaquette, la dedica, quasi sussurrata, offerta a una persona cara celata sotto il silenzio del corsivo che la protegge per sempre. E' un giovane di vent'anni il trepidante autore dei tredici testi composti in poco piu' di un sedicesimo; ha gia' una via segnata dal di dentro della sua biografia e dalla storia; gran parte della fanciullezza e dell'adolescenza stanno fra gli argini della guerra, dello sfollamento e del dopo; la realta' e' nel contrappunto del bianco e del nero che cadenza l'intera vita, la citta', lo sguardo, i cinegiornali da cui traspare l'ignoto lontano del mondo, i chiaroscuri di una esistenza trascorsa nell'angustia di un confine periferico e che la poesia, da quegli albori, riscattera' inverandola in un'opera compiuta.

Si annuncia per frammenti, per imprevedibili lampi candenti il soffio del vero, dentro l'innocenza ingenua dei plurali, nell'iterazione del passato remoto.

E' nella povera gente» che accenna» ai clamori e agli spari esotici - o, piu' avanti, in "Ragionamento", nelle ...crepitanti luminarie d'Agosto - che possiamo riconoscere il "subito prima" di cio' che incontreremo in So' rimaso la spina (1977), ne "I giorni popolari": A la fine d'estate/ quando se fava sera/ cendevane le chiate/ dei foghi de la Fiera// e ardeva `nt'un momento/ framezo boti e spari/ el tempo prima lento/ dei giorni popolari.

E' nella "strada bianca" di "A un soffio dal vero" - ...il vento gracile del mio canto, la fioca voce - e soprattutto, in "Frammento per un pianoforte", lo "schiudersi", ...nel sereno/ a cerchi d'acquamarina, del suono della "campana scontrosa" che inevitabilmente rimanda, per contrasto, al "chiudersi" delle ...bare/ a cerchi, al farsi "sasso" de la speca del mare che rinveniamo, in Carta laniena (1982), nella riscrittura di un originario "Ritorna de sasso" contenuto in E per un frutto piace tutto un orto (1973).

E' nel lento motivare/ del mio nulla (il niente c'artorna, l'eternale del Laudario, 1986), nel dolce appannamento, nei destini, nel vento, nei giardini che lampeggia l'avvisaglia - alla luce postuma che tocca l'intera opera in versi - di un universo tematico e stilistico - assoluto ed estremo - che verra' definendosi lungo i sentieri di una solitudine integrale.

Echi riaffiora, dopo la morte di Scataglini, con la discrezione di un reperto luminoso conservando intatta la sua dolente purezza composta in una sorta di "prima della lingua", nel pudore germinale della poesia, incunabolo offerto all'affetto dei nostri occhi e alla distanza che separa questo presente dalla perfezione della data in cui apparve giusto alla meta' del secolo, nella ...notte/ che schiude la soglia/ d'un ignoto mondo lontano.